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Perché uno Stato in termini generazionali, non può basarsi ed essere fondato solo sul lavoro.

In termini sociali e storici, qualsiasi automatizzazione sia essa meccanica, o fatta da un software o da un robot, o da una proced...

In termini sociali e storici, qualsiasi automatizzazione sia essa meccanica, o fatta da un software o da un robot, o da una procedura, distrugge un lavoro , ottimizzandone altri, liberando ore di lavoro a favore dell’efficienza. Milioni di ingegneri, programmatori, inventori, meccanici e analisti, spingono culturalmente l’uomo ed i suoi prodotti d’ingegno verso ottimizzazioni sistemiche. Quello che gli artisti del futurismo interpretavano con il senso di velocità.

Dato che la crescita demografica mondiale non diminuisce, mentre l’ottimizzazione e automatizzazione dei processi di lavoro aumenta, la forbice tra i due insiemi tenderà sempre ad ampliarsi e la creazione di nuovi lavori non assorbe quantitativamente quelli distrutti dalle automatizzazioni.

Pertanto credere che ci sia LAVORO per tutti è una bella utopia antistorica, che non può essere risolta con il LAVORO, perché la spinta culturale all’interno del LAVORO è l’automatizzazione del LAVORO stesso.

Guardando questo processo con i minuti, le ore, o i giorno questo può non essere evidente, se lo guardiamo con il tempo delle generazioni è IMPOSSIBILE NON VEDERLO.

Varie generazioni fa la maggior parte della forza lavoro era nell’agricoltura, oggi 1,6 milioni di aziende agricole, contro 5,5 milioni di aziende. Causa? Automatizzazione, un trattore attrezzato lavora più di 500 uomini. La forza lavoro è passata all’industria, la quale per sua natura automatizza i processi. Con l’avvento della robotica sempre più lavoro umano è stato sostituito. Una parte di questa forza lavoro è stata assorbita nella generazione successiva dai Servizi, che per loro natura con l’avvento dell’informatica vengono sempre più automatizzati, risultato costante diminuzione della forza lavoro anche nei servizi. Una parte di questa forza lavoro è stata assorbita dal terzo settore il no-profit. Questo storicamente equivale a sancire la fine del lavoro.

Aggiungo che dato che il valore valutario, cioè della valuta corrente quella erroneamente chiamiamo ancora Moneta, detto valore viene creato dal nulla a fronte di nulla, e per più del 90% in forma digitale, dove tutto questo valore può comprare, merci, servizi, ore di lavoro umane, allora in termini ETICI, costringere le persone a LAVORARE, quando una élite oligarchica può crearsi valore dal nulla attraverso il quale può comprare tutto, e cercare lavoro in un sistema che per natura evoluzionistica il lavoro lo rende sempre più automatizzato, comprendi che, il sostentamento delle persone di uno Stato in termini generazionali, non può basarsi ed essere fondato solo sul lavoro.

Questi sono i motivi:

  • spinta dell’intelligenza umana all’automatizzazione del lavoro
  • creazione della valuta corrente dal nulla senza nessun contro valore
  • aumento demografico mondiale (e aggiungo spinte migratorie)

per i quali un reddito di cittadinanza non è solo ETICAMENTE corretto è anche STORICAMENTE corretto. Chi nega questo lo fa o in mala fede e per ignoranza storica o per mancanza di elementi valutativi corretti.

Letture consigliate, approfondimenti:
La fine del Lavoro di Jeremy Rifkin

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